posta alle falde del Vesuvio alla foce del fiume Sarno e a 25 km da
Napoli. È uno dei centri turistici più frequentati del mondo sia per il celebre
santuario della Madonna del Rosario che per le grandiosi rovine dell'antica
città. Di origine osca (600 a.C.), la città subì il dominio etrusco (sec. VI-V),
greco (474 a.C.) e sannita (425 a.C.). A seguito dello sviluppo commerciale,
agricolo e artigianale Pompei divenne una città prospera. Culturalmente aperta
subì gli influssi dell'ellenismo. Nel 91 a.C. conquistata da Silla divenne
colonia romana, subendo un processo di romanizzazione. Nel 62 d. C. fu
gravemente danneggiata da un terremoto e il 24 agosto del 79 d.C. Pompei,
come Ercolano e Stabia, sorpresa da una improvvisa eruzione del Vesuvio venne seppellita sotto ceneri e lapilli con
tutti i suoi abitanti. Gli scavi della città vennero iniziati nel 1748 per
volere di Carlo di Borbone e proseguiti durante l'Ottocento
e il Novecento. Nella complessività degli scavi nei vari tempi è emerso un
impianto urbanistico con vie talvolta pavimentate, o con solchi, o con
marciapiedi. La città sannitica era cinta di mura, ampliate in seguito e
fortificate da torri. È stata ricostruita la divisione in quartieri; sono state portate alla luce le tubazioni per il rifornimento
idrico, ecc. Il grandioso Foro era il luogo di convegno
principale della città; ai suoi lati si trovava il tempio di Giove, la curia,
l'edificio degli edili, la basilica per l'amministrazione della giustizia, il
tempio di Apollo, il mercato coperto, il larario pubblico, il tempio di
Vespasiano, l'edificio di Eumachia, infine il Comitium per le elezioni dei
magistrati. Presso il Foro triangolare, nella zona
meridionale della città, si trovava la caserma dei gladiatori, il teatro,
l'Odeon e la palestra. Particolarmente praticato era il culto alla dea Iside
(tempio del I sec. a.C.) e di Venere fisica, espressione della potenza della
natura. Si è raccolta anche un'importante documentazione relativa
all'architettura termale, con le Terme stabiane, le terme del Foro e le Terme
centrali. In esse si articolavano le strutture dei bagni maschili e femminili,
la palestra, la piscina, i rifornimenti idraulici, i servizi igienici e di
riscaldamento. Accanto all'edilizia pubblica gli scavi portarono alla luce
l'importante documentazione relativa all'evoluzione dell'abitazione privata, dal
IV sec. a.C. al I sec. d.C., cioé dalla rozza casa sannitica alla domus
imperiale. La casa pompeiana possedeva un atrio dove c'era l'altare degli dei,
il tablino: luogo in cui la famiglia si raccoglieva. Nelle abitazioni più
sontuose si poteva trovare un peristilio e quindi anche più sale, tra cui quelle
riservate alle donne e agli ospiti. Dal punto di vista artistico gli scavi
portarono al rinvenimento della più ricca decorazione parietale a noi pervenuta,
classificata dagli studiosi secondo diversi stili. Mancano
completamente documentazioni letterarie ed epigrafiche. Soggetti tipici delle
decorazioni sono prevalentemente divinità ed eroi del mito greco, ma anche scene
della vita quotidiana e della commedia. Di notevole interesse sono anche i
mosaici pompeiani adibiti soprattutto a decorazioni pavimentali. Tra le opere
statuarie: torso di Giove, statuette di Artemide, Apollo e Artemide saettanti, simulacri
in bronzo con Apollo citaredo, Fauno danzante,
Satiro con l'otre, e altri. Nel 1997 l’area archeologica di Pompei è
stata dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Fra gli artisti che
decorarono le case pompeiane troviamo: Dioscuride di Samo, Timomaca
(Timómachos) e Nicia.
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Il primo stile, fiorì tra il 140 e l'80 a.C. è testimoniato dalla Casa Sannitica di Pompei.L'edificio riprende le decorazioni di epoca ellenistica con rilievi di stucco dipinto e affreschi che imitano i ricchi marmi delle case dei patrizi.
Il secondo stile, fiorì tra l'80 e il 15 a.C. si incomincia ad usare la tecnica della prospettiva per creare l'illusione di ampi spazi al di là delle pareti, infatti è in questo periodo che vengono rappresentati colonnati, tempietti e giardini. Edifici con decorazioni di questo stile sono: la villa dei misteri e una villa di Oplontis.
Il terzo stile, fiorì tra il 15 a.C. al 63 d.C., caratterizzato da delicati arabeschi lineari e le grottesche su fondo monocromo, di gusto molto raffinato. Stile ampiamente adoperato nella decorazione della casa di Augusto e nella villa della Farnesina.
Il quarto stile, fiorì tra il 63 e il 79 d.C., molto complesso, è caratterizzato dalla rappresentazione di motivi architettonici ed edifici fantastici e inverosimili, quali quelli della casa dei Vetti.
Nel terzo e nel quarto stile è consuetudine che al centro degli affreschi ci siano dei finti quadri, in genere con soggetti mitologici.