Testo
Ebraismo
a cura della dott.sa
Francesca Merlo
9 . Il giudaismo nell’era cristiana
Chi ha salvato dalla distruzione culturale e religiosa il giudaismo nella diaspora è stato il gruppo dei
farisei
e in particolare i
rabbini
. Attraverso la raccolta delle tradizioni orali, ammettendo la possibilità di molteplici interpretazioni all’interno dello stesso testo, hanno fatto sì che il giudaismo potesse adattarsi ai tempi e alle situazioni nuove.
Il popolo ebreo nella storia è stato sempre in situazione di diaspora, continuamente sottoposto alla sollecitazione e al confronto, anche alla persecuzione, di culture diverse. Forse per questo non esiste un ebraismo che ricapitoli tutte le differenti espressioni storiche della sua fede, ponendosi come dottrina ufficiale.
Pur non occupandoci qui di storia, ci sembra indispensabile almeno toccare alcuni punti.
- Una considerazione di carattere generale, attraverso le parole del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni:
“L'odio verso gli ebrei precede il cristianesimo: essi, infatti,erano spesso accusati nell'antichità di odiare il genere umano per la fedeltà alla loro religione e per il rifiuto di aderire ai costumi nazionali dei popoli che li sottomettevano e con cui convivevano. Quando si affermò la religione cristiana, pur essendo fortemente legata alla rivelazione ebraica, alla stessa Bibbia ebraica, gli ebrei furono considerati popolo respinto da Dio e deicida, cioè responsabile della morte di Gesù. Perseguitati da questa infame calunnia, gli ebrei furono così costretti a subire massacri, espulsioni, bandi, estorsioni, ghettizzazioni. Quando si verificava un'epidemia, una carestia o altro, gli ebrei ne erano spesso ritenuti i responsabili. Altre accuse erano quelle di manovrare la finanza e l'economia, di profanare le ostie consacrate e di eseguire crimini rituali per celebrare le loro feste.
Furono parecchie le nazioni che comminarono ordini di espulsione per gli ebrei: nel 1290 l'Inghilterra, nel 1384 la Francia, nel 1453 l'Austria, nel 1492 la Spagna, ecc. fino alla II guerra mondiale.”
RICCARDO DI SEGNI,
Introduzione all'Ebraismo
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Dal XIV secolo e per tutta l’epoca moderna, in quasi tutte le città europee gli ebrei furono obbligati a vivere nel ghettoossia un quartiere della città a loro riservato. Il primo fu il ghetto di Venezia; nell’Europa Centrale ci furono ghetti a Praga, Francoforte sul Meno, Magonza e altrove. In alcuni casi il ghetto aveva una popolazione relativamente benestante, come a Venezia; in altri casi una popolazione povera, come a Roma.
Gli ebrei del ghetto erano soggetti a restrizioni diverse, a seconda dei luoghi; non potevano in ogni caso acquistare terreni e dovevano vivere confinati all’interno, così durante i periodi di crescita demografica dovevano rialzare le case sempre di più; i ghetti avevano strade strette, case alte e affollate.
Al tramonto, le porte del recinto che circondava il ghetto erano chiuse dall’esterno e venivano riaperte solo all’alba, in modo che gli ebrei non potessero allontanarsi; in qualche caso essi non potevano uscire nemmeno di giorno, se non in possesso di un visto. Il ghetto aveva anche un suo sistema giudiziario indipendente.
Gli anni 1881-1921 registrano persecuzioni e pogrom in Russia (pogrom erano le sommosse popolari antisemite, con massacri e saccheggi, avvenute in Russia con l’appoggio più o meno tacito degli zar); molti ebrei emigrarono in Occidente o verso la Palestina.
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. Avvenimenti contemporanei di importanza fondamentale:
- Gli anni 1941-1945 sono quelli della shoah, lo sterminio nazista di sei milioni di ebrei;
- il 1947 vede il voto dell’ONU sulla divisione della Palestina in due stati: uno ebraico e uno arabo;
- il 1948 vede la nascita dello Stato d'Israele;
- nel 1950 la Legge del Ritorno, votata dal neonato stato d’Israele, stabilisce che ogni ebreo che giunga in Israele acquisti immediatamente la piena cittadinanza, con tutti i diritti.
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