Poeta tragico greco (Salamina 484-480 a.C.-Pella 406 a.C.). Condusse vita meditativa e di studio (fu uno dei primi a possedere una biblioteca), lontano da ogni attività politica e sociale, ciò non lo esimò dalle critiche e dalle irrisioni dei suoi contemporanei. Cominciò a partecipare agli agoni teatrali Attici nel 454 a.C., ma solo nel 441 arrivò a vincere il primo premio, esito che si ripeté soltanto altre tre volte, nonostante il suo grande talento. Tuttavia le sue tragedie, scritte in gran parte durante la guerra del Peloponneso, rispecchiano a volte problematiche estremamente attuali: la famiglia, la società, la condizione della donna e degli schiavi, l'efficacia delle diverse forme di governo, gli orrori della guerra.
Staccandosi dalla fede tradizionale, Euripide immette sulla scena la critica razionalistica del mito, l'indagine filosofica e, a volte, la disputa sofistica. Si può forse avvertire in lui l'aspirazione verso un più profondo senso del divino. Predilige le passioni più ardenti, la descrizione dell'amore concepito come malattia funesta, gli imprevisti mutamenti di scena, i riconoscimenti, le situazioni patetiche che preannunciano il dramma psicologico borghese dell'età alessandrina.
A differenza di Eschilo e Sofocle, Euripide aprì il teatro ai rivolgimenti di ordine etico, sociale e politico che avevano luogo ad Atene verso la fine del V secolo a.C.. Le sue innovazioni tecniche consistono nel prologo narrativo, nel deus ex machina introdotto per concludere una situazione troppo intricata, la diminuita importanza del coro, che spesso si dilunga in divagazioni lirico estetiche. Scrisse 92 drammi, di cui ci sono pervenuti un dramma satiresco ("Il Ciclope") e diciotto tragedie. Le tragedie che ci rimangono, sono, in un probabile ordine cronologico: "Alcesti", "Medea", "Ippolito", "Ecuba", "Andromaca", "Heracles", "Elettra", "Gli Eraclidi", "Le supplici", "Le Troiane", "Le Fenicie", "Ifigenia in Tauride", "Elena", "Ione", "Oreste", "Le baccanti", "Ifigenia in Aulide" e "Reso" (quest'ultimo di dubbia autenticità).